Si nasce bambini … e poi?
Il bambino interiore: riconoscerlo, ascoltarlo, guarirlo, amarlo per scoprire i doni che porta
Per una persona adulta può essere sconcertante scoprire di avere una parte di sé ancora bambina, specialmente per quelle persone che hanno smesso di guardarsi dentro, di giocare, di mettersi in discussione
CHI E’ IL BAMBINO INTERIORE?
E’ quella parte di noi adulti che ha in memoria le ferite emotive subite nell’infansia.
Possono perciò essere più di uno i bambini interiori.
Ogni volta che è stato subito un trauma li si crea una ferita
Facciamo un esempio: al bambino viene detto spesso di stare zitto perché non capisce. Può sembrare banale ma quelle parole ripetute innescano delle convinzioni, io non so parlare, non è interessante ciò che dico, non sono accolto, non sono ascoltato. L’adulto si porta dietro questa ferita e il suo atteggiamento ne sarà influenzato: si mette da parte quando è con gli altri, o per reazione vuole essere al centro dell’attenzione. E’convinto di non avere niente di interessante da comunicare agli altri o che non interessa a nessuno ciò che ha da dire.
Queste convinzioni e atteggiamenti inibiscono la persona e la sua libera espressione causando disagio interiore e difficoltà nelle relazioni
Il bambino che non si è sentito amato abbastanza, non ascoltato, giudicato, sarà alla continua ricerca di qualcuno che lo ami, che lo apprezzi, che lo ascolti.
Ma questa estenuante ricerca lo porterà ad avere relazioni deludenti e conflittuali, o ad accontentarsi di poco pur di essere amato.
COME GUARIRE LE FERITE?
Queste ferite si guariscono diventando genitori di noi stessi, di quella parte bambina che ci abita.
Non è possibile ottenere ciò che ci è mancato dai genitori chiedendolo a qualcun altro, possiamo darcelo solo da noi stessi.
Con le nostre qualità e capacità di adulti (generosità, gentilezza, rassicurazione, affetto) dobbiamo imparare a prendercene cura proprio come fosse un bambino reale. Se il nostro bambino ritrova la sua stabilità, la forza, l’allegria, allora potremmo esserlo anche noi stabili, forti, felici.
Prendersi cura del proprio bambino è decidere di iniziare un viaggio impegnativo non poco faticoso perché dobbiamo entrare in quelle ferite aperte, sentirne il dolore per poterlo dissolvere.
Questo viaggio porta sicuramente a risultati straordinari, un grande miglioramento nella vita in tutti i suoi aspetti, ma è necessario avere pazienza con il piccolo.
E’ un percorso che ha bisogno di una guida, non si può intraprendere in autonomia, ciò che si può fare da soli è iniziare ad accorgerci del bambino.
Prova a chiederti:
- Quanto ti piace giocare? Se hai animali giochi con loro?
- Sei in grado di accettare rifiuti da parte degli altri?
- Sai stare da solo?
- Ti adegui agli altri oppure sei determinato a fare ciò che piace a te?
Una volta accolto ed amato, il bambino interiore, ci svelerà i doni che porta con sé, i nostri talenti, le nostre meravigliose qualità.
Si, perché il bambino è la nostra parte più vera, quella che custodisce la nostra unicità
Al momento della nascita siamo nella purezza con tutto il nostro bagaglio di risorse da manifestare nella vita, ma se ci viene detto “questo non si fa”, “se ti comporti così la mamma non ti vuole bene”, “non sei capace”, ecc. tute quelle qualità vengono percepite come qualcosa di negativo “se mi comporto così come sono nessuno mi ama, faccio del male agli altri, sono sbagliato” e via di seguito. Crescendo vengono pian piano nascoste per adeguarsi all’ambiente in cui viviamo, dimenticandoci ci siamo, la nostra ricchezza interiore, il nostro valore, e questo darà inizio a vari malesseri, fisici ed emotivi.
Quindi recuperare il rapporto con il proprio bambino interiore divenendo noi stessi i genitori, ci farà recuperare salute e gioia di vivere
Loriana Torti
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